Che potrò ricambiare al Signore per tutti i benefici che mi ha fatti?
Dio “non si stanca mai di donare né le sue misericordie possono esaurirsi; non stanchiamoci noi di riceverle” [1].
Anno dopo anno vediamo l’azione di Dio nella nostra piccolissima Famiglia Religiosa. Quel Padre pieno di bontà che si occupa degli uccelli e dei gigli dei campi e che non abbandonerà coloro che con tanta fiducia si affidano a Lui[2], ci invita a vivere con una maggior fiducia e a ricevere le sue grazie “a piene mani”.
Non sarà possibile enumerare tutti i beni che Dio ha concesso al nostro Istituto perché la sua misericordia non si esaurisce e i suoi doni si moltiplicano in ognuna delle nostre religiose e nelle missioni a noi affidate. Menziono soltanto alcuni affinché insieme ringraziamo Dio e riconosciamo che Egli è il datore di ogni bene e solo a Lui si dia l’onore e la gloria.
Il dono delle vocazioni alla vita consacrata
Una delle grandi grazie che Dio continua a concederci è quello delle vocazioni. Con immensa gratitudine vediamo che il nostro Istituto ha oggi 119 novizie, che quest’anno 102 suore hanno realizzato i loro primi voti e che 43 Servidoras hanno professato i loro voti perpetui.
Con grande gioia si sono festeggiati gli anniversari di alcune nostre case di formazione: lo Studentato “Santa Catalina de Siena” (Argentina) ha festeggiato il suo 30º anniversario di fondazione; il Noviziato “María di Gesù Nazareno” (Brasile) ha celebrato le sue Nozze d’argento; hanno festeggiato il loro 20º anniversario lo Studentato Internazionale “Santa Teresa di Gesù” (Italia) e lo Studentato “Cuore Immacolato di Maria” (Stati Uniti); e hanno compiuto 20 anni anche i Noviziati “Santa Thais” (Egitto) e “Nostra Signora di Loreto” (Italia) e gli Aspirantati “Santa Ana Wang” (Ecuador), “Santa Cristina” (Egitto) e “Beata Tarsykia Matskiv” (Ucraina).
É un dovere di giustizia ringraziare Dio e riconoscere che da Lui vengono le vocazioni e che è Lui che le mantiene perché noi non potremo mai con le nostre proprie forze umane né mantenerci nella vita religiosa né tantomeno dare la vocazione ad un altro. “Per noi le vocazioni saranno sempre una grazia di Dio, immeritata, poiché Egli fa grazia a chi vuole farla e ha misericordia per chi vuole averla… non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell’uomo, ma da Dio che ha misericordia (Ro 9, 15-16)”[3].
Riconoscere l’origine delle vocazioni sarà sempre un modo di ringraziare Colui che ce le invia. Per questo mi sembra opportuno riportare alcuni testi del nostro diritto proprio che ci aiutano a ricordare che la vocazione alla vita consacrata ha la sua causa in Dio, una realtà che a volte sembra essere poco compresa ai giorni nostri.
In primo luogo, dobbiamo ricordare che è solo e unicamente Dio che chiama: chi vuole, come vuole, quando vuole, dove vuole, con i mezzi che vuole e per ciò che vuole. È lui che sceglie, con elezione eterna, senza che sia preceduto alcun merito da parte nostra prima che nascessimo, più ancora, prima della creazione del mondo. Gesù Cristo insegnò esplicitamente questa verità: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto…» (Gv 16,16) e quando sceglie ai dodici: «Salì su un monte e chiamò quelli che voleva ed essi vennero a Lui…» (Mc. 3,13). Chiamata che perdura ancora dopo i nostri numerosi peccati, «perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili» (cfr. Rm 11, 29), «se siamo infedeli, Egli rimane fedele, perché non può rinnegare sé stesso» (2 Tim. 2, 13). Come accadde durante la vita terrena di nostro Signore, così continua ad accadere durante la sua vita gloriosa per tutto l’arco dei scoli dall’Ascensione fino alla sua Seconda Venuta”[4].
Pertanto, “essendo le vocazioni opera esclusiva e meravigliosa di Dio non c’è sulla faccia della terra alcun uomo che lo possa imitare, o rimediare, o inventare. Nessun uomo può dare la vocazione a un altro, nemmeno un sacerdote, un vescovo o lo stesso Papa. Non c’è tecnica psicologica, né di gruppo, né un ritiro o esercizio spirituale, né predicatore per eloquente che sia, né lavaggio di cervello, né le maggiori promesse temporali, che facciano in modo che un giovane o una giovane si decidano a qualcosa di così soprannaturale, come è seguire la chiamata vocazionale, che eccede le forze di ogni natura umana, senza che esista la chiamata divina. Nessuno può falsificare fingendo, per molto tempo, una chiamata di Dio inesistente. Nessuno può fare in modo che chi non ha una chiamata di Dio, la possa acquisire per opera umana”[5].
E “Dio ci dà tutto -esistenza, suo Figlio, la grazia, la vita eterna… ma l’onore deve essere tutto per Lui: … non cederò ad altri la mia gloria … (Is. 42,8; 48,11), perciò il popolo eletto cantava: Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome da gloria…” (Sal 115, 1)[6].
Basterebbe guardare a noi stessi per sapere che deve essere così. Per caso “c’è qualcuno che crede che è nato senza peccato originale? Talvolta quelli che non hanno mai commesso un peccato mortale, non sanno che ciò è per pura misericordia di Dio? Quelli che sono caduti, che cosa possiedi che non l’abbia ricevuto? (1Cor 4,7). O ciò che dice il Signore: Senza di me non potete far nulla? (Gv 15,5). Coscientemente contraddiciamo l’insegnamento dell’Apostolo consideriamo gli altri superiori a noi stessi (Flp 2,3) considerando noi stessi superiori agli altri? Ma proprio qui sta la nostra forza, nella nostra debolezza: che nella debolezza giunge al colmo il potere (2Cor 12,9)”[7]. “Per tutto questo si intende perché non ci consideriamo né i primi, né gli ultimi, né gli unici, né i migliori. Ciò che possiamo avere di buono viene da Dio, soltanto i peccati sono nostri. Quelli che non ci vogliono dimostrano con i loro attacchi che ci danno moltissima importanza e il loro maggior trionfo sarebbe che noi arriviamo a credergli. Talvolta vogliono che ci succeda ciò che successe a Teuda: pretendendo di essere qualcuno […] a lui si aggregarono circa quattrocento uomini […] tutti quelli che lo seguivano furono dissolti, e finirono nel nulla (At 5,36)” [8].
“Alla fine, appena siamo una goccia d’acqua nell’oceano; ma senza di noi l’oceano avrebbe una goccia in meno, come direbbe Madre Teresa di Calcutta. Se esistiamo come Famiglia Religiosa, è per pura misericordia di Dio che ha voluto così e se ciò che è nostro non fosse di Dio noi saremmo i primi a non volerlo. Infine, il grande segreto del fiorire vocazionale è la croce di Nostro Signore Gesù Cristo, l’unico che ha parole di vita eterna (Gv 6, 68)”[9].
Da parte nostra facciamo il possibile per essere fedeli alla vocazione alla quale siamo stati chiamate, seguendo da vicino la Vergine Maria, che nelle Nozze di Cana disse ai servi: Qualunque cosa vi dica fatela[10]… e facciamo caso a ciò che Egli ci dice: Pregate il Signore della messe perché mandi operai nella sua messe[11]. Continuiamo a pregare e a chiedere per l’aumento delle vocazioni. In questo senso sono di grande valore le Adorazioni al Santissimo che si sono realizzate sia nelle nostre comunità apostoliche che contemplative, l’appoggio e la promozione delle 40 Ore e altre iniziative di orazione per le vocazioni.
Fondazioni
Oltre al dono immeritato delle vocazioni ringraziamo le nuove e diverse missioni affidate al nostro Istituto. L’ampiezza e la varietà dei nostri apostolati è conforme al nostro fine specifico di evangelizzare la cultura[12], poiché come indica il nostro diritto proprio “tutto ciò che si riferisce all’uomo tanto nel suo corpo come nella sua anima, nella sua vita individuale e anche sociale, può e deve essere purificato ed elevato con la grazia di Cristo e, conseguentemente, possiamo affermare che ogni forma di attività apostolica è conforme al nostro fine specifico, anche se in modo gerarchico”[13]. In ognuna delle nostre missioni, senza lasciare nessuna esclusa, dobbiamo lavorare secondo il carisma proprio del nostro Istituto per “prolungare l’incarnazione in ogni uomo, in tutto l’uomo e in ogni manifestazione dell’uomo, nell’impregnare con il Vangelo tutta l’attività umana”[14].
Nella varietà delle fondazioni di quest’anno troviamo cinque nuove comunità contemplative, la prima missione in Scozia, la fondazione a Macao (Cina) e la prima comunità dell’Istituto che lavorerà in una parrocchia di rito melchita. Aver potuto fondare in mezzo alle difficoltà attuali ci dimostra, ancora una volta, che la provvidenza di Dio continua ad operare nella storia del nostro piccolo Istituto. In ordine cronologico, le nuove fondazioni sono:
- Comunità “Santa Eustelle”, a La Rochelle, Francia, per l’apostolato parrocchiale. È la terza comunità dell’Istituto in Francia.
- Comunità “Nostra Signora del Rosario”, dedicata all’attenzione degli anziani e del personale dell’Ospedale Geriatrico Provinciale nella città di Rosario, provincia di Santa Fe, Argentina.
- Comunità Contemplativa “Suor Lucia di Fatima”, nell’Arcidiocesi di Évora, Portogallo. Ha come intenzione particolare pregare per i cristiani perseguitati a causa della loro fede e perché ogni cristiano abbia spirito di martire.
- Comunità Contemplativa “Santa Mariana de Jesús”, nell’Arcidiocesi di Guayaquil, Ecuador. Questo monastero ha come intenzione consolare e riparare le pene del Sacro Cuore e pregare per i governanti e la conversione del popolo ecuadoriano.
- Comunità “San José”, nella Diocesi di Petrolina, a Pernambuco, Brasile. Questa comunità realizza il suo apostolato nel collegio diocesano “Don Bosco”, collabora nella Curia Diocesana e in diversi apostolati parrocchiali.
- Comunità “Servi di Dio Karol ed Emilia Wojtyla”, a San Rafael, Argentina. Fa parte della Città della Carità della famiglia religiosa e si dedica ad accudire I genitori dei religiosi.
- Comunità “Nostra Signora del Buon Successo”, nell’Arcidiocesi di Quito, Ecuador, per la cura della liturgia, della sacristia e della pastorale della Cattedrale Primate di Quito, nel centro storico di questa città.
- Comunità Contemplativa “Immacolata Concezione”, nella città di Alhama di Granada, Spagna. L’intenzione di questo Monastero è riparare per le offese commesse contro il Cuore Immacolato di Maria.
- Comunità Contemplativa “San Giovanni Paolo II”, a Dushanbé, Tagikistan. La sua intenzione è chiedere specialmente por la missione evangelizzatrice della Chiesa, perché tutti i popoli dell’Asia possano conoscere Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo, ed assaporare così la gioia della vita nella sua pienezza. Con questa fondazione abbiamo compiuto con grande gioia parte del voto che facemmo a Nostra Signora di Lujan l’8 maggio 2018.
- Comunità “Nostra Signora di Fatima”, a Macao, Cina. Questa città ha un particolare significato nella missione di Estremo Oriente perché fu il luogo dove si prepararono i primi missionari gesuiti per il loro lavoro apostolico, tra i quali i padri Miguel Ruggeri e Matteo Ricci. L’apostolato principale di questa comunità, che ha come compatroni a San Francesco Saverio e Santa Caterina da Siena, si realizza nella pastorale del Collegio Diocesano “San Giuseppe” e nella Cattedrale della “Natività di Nostra Signora”.
- Comunità “Madonna della Vittoria”, Montalto di Castro, Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia. Realizza il suo apostolato nelle parrocchie “Santa Maria Assunta” e “Gesù Eucaristico” gestite dai sacerdoti dell’IVE.
- Comunità “San Giovanni Battista”, ad Ammán, Giordania, per l’apostolato nella Parrocchia “Sacro Cuore di Gesù” e in una scuola primaria.
- Comunità Contemplativa “Santa Giovanna d’Arco”, nella Diocesi de La Rochelle-Saintes, città di Saint-Fort-sur-Gironde, Francia. Ha come intenzione implorare da Dio la grazia che la Vergine Maria regni in tutti i cuori: Rege O Maria!
- Comunità “San Giovanni Paolo II”, nella città di Perth Amboy, New Jersey, Stati Uniti. Formano questa comunità suore ucraine che realizzano l’apostolato nella parrocchia di rito bizantino “dell’Assunzione” e nella scuola della parrocchia, appartenente all’Arcieparchia di Filadelfia.
- Comunità “Santa Margherita di Scozia”, a Lochgelly, Scozia, Arcidiocesi di Saint Andrews and Edinburgh. Realizzerà il suo apostolato nelle parrocchie a carico dei sacerdoti dell’IVE.
- Comunità “Santa Maria Maddalena”, a Maghar, in Galilea (Israele). Collaboreranno nella parrocchia di rito melchita “San Giorgio”.
- Comunità “Nostra Signora di Iverskaia”, a Samara (città a sud-ovest della Russia, sulle rive del fiume Volga) per l’apostolato nella parrocchia “Sacro Cuore di Gesù”.
Anniversario della prima Casa di Misericordia
Quest’anno abbiamo celebrato il 30º anniversario di fondazione delle prime comunità dedicate alle opere di misericordia: la prima Casa per l’attenzione di persone disabili “Nostra Signora della Divina Provvidenza”, la Comunità “San Giuseppe Moscati” (anch’essa fondata nel 1991 a San Rafael, Argentina) per l’apostolato con gli infermi e personale dell’Ospedale Schestakow e la Comunità “Santa Teresa Jornet e Ibars”, dedicata all’apostolato nell’asilo di anziani di Alvear.
Come ricordo di questo anniversario abbiamo stampato una rivista che raccoglie i dati e le foto delle comunità dedicate a questi apostolati. Delle attuali 230 comunità del nostro Istituto, 49 sono dedicate alle opere di misericordia.
L’esperienza di questi anni ci ha dimostrato che l’efficacia evangelica che ha la testimonianza delle opere di carità è indiscutibile. Ci sono poche cose che trascinano di più gli uomini alla conoscenza di Gesù Cristo che il vedere questa carità concreta con i più poveri tra i poveri. La carità è imprescindibile per l’evangelizzazione della cultura[15] e perciò questo tipo di opere costituisce uno degli elementi non negoziabili allegati al nostro carisma. Mancare all’attenzione dei poveri e degli infermi andrebbe in detrimento della vita di fede e dell’opera evangelizzatrice del nostro Istituto, perché significherebbe perdere di vista che è a Gesù a cui si serve nei bisognosi[16].
Per aiutare a ricordare queste verità, in queste case soliamo avere la scritta “Guardate che sono io!”, che sono le parole che San Giovanni d’Ávila, Dottore della Chiesa, ha messo in bocca Gesù segnalando un povero. Soliamo anche trovare in queste comunità un crocifisso con l’iscrizione: “Così si ama” e insieme ad esso, le statue dei Santi Pietro e Paolo. Questo ci aiuta a ricordare che se gli stessi Principi degli Apostoli furono poveri come potremmo negarci ad aiutare a chiunque si avvicini a noi con una necessità? E aiutarli come se si trattasse dello stesso Cristo che ci visita, poiché “la carità fatta a qualunque fratello, in ogni forma, la facciamo allo stesso Dio”[17].
Per continuare a migliorare con questi apostolati si sono realizzate nelle provincie le riunioni delle opere di misericordia. Si sono ricordati i principi che ci muovono a quelle e il modo in cui vogliamo portarle avanti. A sua volta abbiamo visto, con un po’ di distanza dalla fondazione delle prime case di carità, come la Provvidenza non ha mai smesso di agire in esse.
Anniversario del Ramo Contemplativo
Inoltre trenta anni fa -quando il nostro Istituto compiva il suo terzo anniversario di fondazione- si diede inizio al nostro primo Monastero. Lo si collocò sotto il patrocinio di Santa Teresa delle Ande, che lasciò nei suoi scritti la profonda e bella frase “Dio è allegria infinita” e che con l’esempio della sua vita insegnò che la carità a Dio e al prossimo hanno come frutto una profonda e sincera allegria.
Come potremo ringraziare sufficientemente Dio per aver voluto arricchire il nostro Istituto con il Ramo contemplativo? Come ringraziare le nostre sorelle contemplative per la loro evidente carità, per essere fonte di gioia[18], per stare con le loro orazioni all’avanguardia del nostro Istituto, “mostrando a tutti il primato dell’amore a Dio e il valore delle virtù mortificative del silenzio, della penitenza, dell’obbedienza, del sacrificio e dell’amore oblativo”[19]?
Anche in occasione di questo anniversario è stata stampata una rivista che presenta la missione della nostra vita contemplativa. Ad oggi abbiamo 326 suore del nostro Istituto che vivono in 28 monasteri.
Continuiamo a chiedere un aumento delle vocazioni contemplative, religiose “che siano testimoni del trascendente”[20], che “contribuiscano con le loro orazioni all’opera missionaria della Chiesa”[21], che contemplino e vivano il mistero del Verbo Incarnato nella massima espressione del loro annientamento che è la croce [22].
La protezione della Madonna e dei Santi
Oggi si sente molto che viviamo nel “tempo della donna”, e possiamo pensare che veramente lo è, che è il tempo de LA DONNA, la Vergine Maria. Nel suo libro Fondamenti della vita mariana, padre Hupperts dice guardando al futuro: “Andiamo verso tempi in cui si esigerà semplicemente l’eroismo per essere fedeli. È l’ora della Donna! Ella metterà in atto l’opera maestra del suo amore, della sua umiltà, della sua santità e della sua fortezza incomparabili, realizzata da Lei nell’anima dei suoi figli, dei suoi servi, dei suoi apostoli (…) Per aver parte al trionfo della Donna, è evidente che si richiede esserle intimamente uniti”[23].
Per implorare l’intercessione della Vergine Maria, Trionfatrice in tutti i combattimenti di Dio[24], si sono continuati a realizzare durante l’anno numerosi pellegrinaggi a Santuari o Chiese mariane. Allo stesso tempo ci siamo unite alla novena di anni per onorare la Patrona del nostro Istituto in preparazione al quarto centenario del “miracolo dei carretti” sul Fiume Luján, dove la Regina del Plata volle rimanere.
Non dubitiamo che il Cure della Madonna ascolta le suppliche di coloro che ad Ella si consacrano in schiavitù d’amore. Nel libro sopra citato, P. Hupperts riporta un pensiero di San Leonardo da Porto Maurizio, che qui trascriviamo: «Tutti i beni spirituali e temporali che possedete procedono dalle mani benedette e dal seno misericordioso di Maria. Por ciò che mi riguarda, quando considero le grazie che ho ricevuto dalla Santissima Vergine, sapete a cosa mi paragono? Permettetemi che lo proclami qui per la gloria della mia augusta Sovrana: mi paragono proprio a uno di questi santuari in cui si venera una o l’altra immagine miracolosa della Vergine, e le cui mura sono coperte di ex-voto che portano sempre la seguente iscrizione, o una simile: Per un favore ottenuto da Nostra Signora. Queste parole mi sembra vederle impresse in tutte le parti del mio essere. La forza spirituale che mi anima, il ministero divino che esercito, il santo abito che porto: Favore di Nostra Signora! Continuate, continuate a leggere: dalla testa fino ai piedi, nel corpo e nell’anima, da tutte le parti sono ricoperto di questa iscrizione: Favore di Nostra Signora! Sia benedetta per sempre la mia generosa Protettrice! E voi, cari fratelli, non potreste darmi la stessa testimonianza? Guardatevi: tutto ciò che avete, tutto ciò che siete, lo dovete a Maria, che vi colma di benefici per facilitarvi la salvezza. Pertanto, rendetele grazie, rendetele grazie a una così nobile Benefattrice, e cantate con me le misericordie di Maria»”[25].
Alla gratitudine per la protezione della Madonna uniamo il nostro ringraziamento all’intercessione di San Giuseppe –nell’anno a lui dedicato dal Santo Padre Francesco- e all’intercessione dei nuovi santi e beati proclamati durante questo anno, come il Beato Frate Mamerto Esquiú e il Beato Stefan Wyszyński, regali della Chiesa per tutti i fedeli del mondo.
Gratitudine per la vita consacrata
In occasione del 25º anniversario della promulgazione della Esortazione Apostolica post-sinodale Vita Consecrata abbiamo cominciato un anno dedicato al suo studio. Allo stesso tempo, altre circostanze vissute in questo tempo ci hanno dato l’occasione di riflettere sulla vita religiosa r sul carisma del nostro Istituto, che appartiene all’unica famiglia religiosa Del Verbo Incarnato[26]. Non potremmo mai rinunciare a questa identità, perché siamo nati come famiglia religiosa e vediamo che diamo molti frutti quanto più siamo uniti. Come parte di questa famiglia consideriamo non solo i membri attuali, ma anche “tutti coloro che una volta sono appartenuti ai nostri Istituti, persino coloro che cercano di farci del male, salvo che chiedano di esserne esclusi. Anche in questo caso, continua il nostro obbligo di pregare per loro e di fargli il bene. Non perché abbiano lasciato i nostri Istituti smettono di essere nostri fratelli molto cari.”[27]
Insieme al dono della vita consacrata ringraziamo Dio per le piccole e grandi croci che fanno fruttificare la nostra vita religiosa. “La croce sia per voi -dice il nostro diritto proprio- come la fu per Cristo, la prova dell’amore più grande”[28]. Le nostre Costituzioni ci incoraggiano ad “essere specialiste nella sapienza della croce, nell’amore alla croce e nella gioia della croce”[29], a raggiungere la santa stoltezza della Croce che consiste nel vivere le beatitudini[30]. In effetti, “la croce son le beatitudini in azione e in atto. Il monte Calvario rimanda a quello delle Beatitudini e questo a quello. Croce e beatitudini vanno sempre insieme. La scienza della croce illumina le beatitudini e la gioia delle beatitudini accende la gioia della croce. Entrambe son il cielo sulla terra”[31].
In questo senso le nostre Costituzioni affermano che «la grazia più grande che Dio può concedere alla nostra minuscola famiglia religiosa è la persecuzione. “Viva sempre Gesù Cristo che ci dà la forza per sopportare tutte le prove per suo amore. Le opere di Dio sono sempre state combattute per maggiore splendore della divina magnificenza”, specialmente quella che porta al martirio. Ricordando sempre che la persecuzione, affinché sia beata, deve riunire in modo imprescindibile due requisiti: che veniamo “ingiuriati a causa di Cristo”, e che “sia falso quello che si dice contro di noi”, stando molto attenti a non tornare e ritornare sui nostri mali, a non intrattenerci con sottili compiacenze in essi, a non cadere in “quel credersi-come Lucifero- qualcosa di grande”, o credere che stiamo soffrendo molto. Il nostro orgoglio ci porta a “prendere pagliuzze per travi, punzecchiature per piaghe, topolini per elefanti”»[32].
La nostra preoccupazione deve stare nel vivere la nostra vita religiosa in semplice fedeltà e amore a Gesù Cristo. “Poco o nulla ci interessa di estenderci per molti paesi o di avere numerosi membri, se perdiamo lo spirito. Solo alla Chiesa Cattolica, nella persona di Pietro e dei suoi successori è promessa l’infallibilità e l’indefettibilità. Non perderemo lo spirito finché siamo fedeli ad Essa e si osservino la volontà e le intenzioni del fondatore in tutto ciò che costituisce il patrimonio dell’Istituto”[33].
Per concludere, esprimendo la nostra gratitudine per la vita religiosa, riporto qui i numeri 214 e 215 delle nostre Costituzioni. Il nostro diritto proprio afferma: «“Vogliamo formare anime religiose e di religiose che non siano “tributarie”. Che vivano in pienezza la regalità e la signoria cristiana e religiosa. Che per possedere Gesù Cristo sentano risuonare nelle loro orecchie: “io (sono) vostro Padre in quanto Dio, e vostro fratello primogenito in quanto uomo. Io sono la vostra ricompensa e il vostro riscatto, perché temete i debiti, se con la penitenza e la Confessione potete liberarvene? Io sono la vostra riconciliazione, perché temete l’ira? Io sono il laccio della vostra amicizia, perché temete la collera di Dio? Io sono il vostro difensore, perché temete i nemici? Io sono vostro amico, perché temete che vi manchi quello che io possiedo, se voi non vi allontanate da Me? Sono vostri il mio Corpo e il mio Sangue, perché temete la fame? È vostro il mio cuore, perché temete l’oblio? È vostra la mia divinità, perché temete la miseria? E inoltre, sono vostri i miei angeli difensori; vostri i miei santi per pregare per voi; vostra mia Madre benedetta per essere per voi Madre attenta e compassionevole; vostra la terra affinché in essa mi serviate, vostro il cielo giacché ad esso andrete; vostri i demoni e gli inferni, affinché li calpestiate come schiavi e carcere; vostra la vita perché con essa conquistiate quella che non ha mai fine; vostri i buoni piaceri perché a Me li riferiate; vostre le pene perché per amor mio e beneficio vostro le soffriate; vostre le tentazioni, perché sono merito e causa della vostra eterna corona; vostra è la morte perché sarà il passaggio più prossimo alla vita. E tutto questo avete in Me e per Me; perché l’ho conquistato non per Me soltanto, né lo voglio godere io soltanto; perché quando vi ho fatto compagnia nella vostra carne, l’ho fatto per rendervi participi delle mie fatiche, del mio digiuno, del mio cibo, del mio sudore e delle mie lacrime, del mio dolore e della mia morte, se per voi non resta. Non siete poveri voi che avete così tanta ricchezza, se voi con la vostra vita malvagia non la volete perdere consapevolmente!”239”[34].
«Religiose che sono convinte che: “Miei sono i cieli e mia la terra. Mie sono le genti. Miei sono i giusti e miei i peccatori. Gli angeli sono miei e mia è la Madre di Dio, tutte le creature sono mie. Dio stesso è mio e per me, perché Cristo è mio e tutto per me”. In definitiva, che comprendano e vivano quella vibrante espressione di San Paolo: …tutto è vostro; Paolo, Apollo, Cefa; il mondo, la vita, la morte; il presente, il futuro, tutto è vostro, e voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio (1 Cor 3,21-23)»[35].
Conclusione
Chiediamo alla Madre di tutte le vocazioni di speciale consacrazione che ci aiuti a dare una buona testimonianza di vita religiosa, che di ognuna delle nostre comunità si possa dire, come si diceva dei primi cristiani: “Guardate come si amano”. E che le nostre sorelle che quest’anno sono partite alla Beatitudine del Cielo: Maria Glória da Igreja, María de la Natividad y María Ana de la Cruz ci servano come modello di fedeltà e di perseveranza.
Mando a tutte voi un grande abbraccio,
In Cristo e Maria,
M. María Corredentora Rodriguez
[1] Santa Teresa di Gesù, Vita 19, 15.
[2] Costituzioni SSVM, 63.
[3] Cf. P. Carlos Buela, IVE Perché tante vocazioni?
[4] P. Carlos Buela, IVE, Las Servidoras I, III Parte, cap. 1, 2.
[5] Ibidem, cap. 1, 3.
[6] Cfr. Ibidem, cap. 1, 6.
[7] Ibidem.
[8] Cf. P. Carlos Buela, IVE, Las Servidoras I, III Parte, cap. 2, 2.
[9] P. Carlos Buela, Ladrones de vocaciones, punto 6.
[10] Gv. 2,5.
[11] Mt. 9, 38.
[12] Cfr. Direttorio di Evangelizzazione della cultura, 152.
[13] Ibidem.
[14] Direttorio di Evangelizzazione della cultura 152, Op. Cit. Costituzioni, 5, Cfr., Costituzioni 26.
[15] Ibidem.
[16] Cf. Bollettino Ufficiale 2020-2021, pag. 1.
[17] P. Carlos Buela, IVE, Las Servidoras II, V Parte, 12.
[18] Cf. Regola Monastica del Ramo contemplativo, 12.
[19] Cf. Regola Monastica del Ramo contemplativo, 13.
[20] Regola Monastica del Ramo contemplativo, 1.
[21] Ibidem.
[22] Cf. Regola Monastica del Ramo contemplativo, 6.
[23] J.M. Hupperts, Fondamento e pratica della vita mariana, V Parte, cap. VIII.
[24] J.M. Hupperts, Fondamento…, I Parte, cap. 1. P. Hupperts specifica che questa frase è del Papa Pio XII.
[25] Ibidem, op.cit. Sermo XVIII de Beata Maria Virgine.
[26] Costituzioni, 3.
[27] Costituzioni, 177.
[28] Direttorio di vita consacrata, 195.
[29] Costituzioni, 42.
[30] Cf. Direttorio di spiritualità SSVM, 181.
[31] P. Carlos Buela, IVE, Las Servidoras I, I Parte, cap. 2, 3. 10-e.
[32] Direttorio di spiritualità, 37.
[33] Costituzioni, 35.
[34] Costituzioni SSVM, 214.
[35] Costituzioni SSVM, 215.